GLOSSARIO TECNICO

BULINO

Strumento impiegato per lavori d'incisione sul metallo. Spesso costruito
dallo stesso artigiano, è composto da un'asticciola d'acciaio a sezione quadrata o trapezoidale terminante a becco.

CABOCHON

Termine usato per descrivere una gemma tagliata con la superficie
convessa e la base piana. Preferito per gemme opache o semitrasparenti 
a colorazione intensa, è stato largamente impiegato nella gioielleria medioevale, prima dell'introduzione del taglio a faccette.

CAMMEO

Gemme incise ad altorilievo. Si utilizzano gemme a più strati colorati come corniole, diaspri e sardoniche o madreperle, in modo che lo strato più basso faccia da sfondo al disegno. La tecnica risale alla gioielleria sumera; recentemente sono stati prodotti cammei in ceramica e pasta di vetro. Molto usato nell'oreficeria romano - imperiale.

CARATO

Misura per oro e pietre. Nel caso dell'oro il carato indica il rapporto
tra l'oro puro e i metalli in lega (18 kt.); nel caso delle pietre il carato
ne indica il peso (4 ct.): un carato corrisponde a 200 milligrammi. La parola carato deriva da "carrube" un seme usato nell'antichità come unità di peso.

CASTONE - INCASSATURA

Sede in metallo creata per ospitare e fissare le gemme; può avere fondo 
"a giorno " o "a notte". Comunemente il termine viene usato per indicare la parte superiore di un anello. Pietre e paste vitree venivano anticamente fissate con fili, poi incassate in castoni o sedi di metallo  liscio. Tipici del Medio Evo i castoni filigranati.

CHATELAINE

Placca in oro decorativa da indossare sulla cintura per appendervi - tramite catenelle - diversi oggetti, dalle bottigliette di profumo, agli orologi, alle chiavi. La moda le rese popolari, dopo l'antico impiego tra Goti e Longobardi, tra la fine del  XVII  e gli inizi del XIX secolo. Il tipo 
di decorazione varia a seconda dell'epoca variando dallo stile "rocaille di chatelaines" in oro cesellato ai modelli con decorazioni smaltate e
ornamenti composti da mezze perle.

CERA PERSA

Metodo di fusione  per la produzione di oggetti in serie. Il modello in 
cera viene rivestito di gesso lasciando lo spazio di un foro;  una volta indurito il gesso, lo si scalda per far sciogliere la cera che fuoriesce dallo stesso foro dove poi si inietta il metallo fuso.

CLOISONNE'

Tecnica per la decorazione di oggetti preziosi ottenuta anticamente inserendo pietre preziose e paste vitree entro piccoli spazi a reticolo formati da fili d'oro, successivamente  applicando smalti colorati agli alveoli, detti appunto "cloisons", dando l'effetto di una vetrata a mosaico.  Il primo periodo bizantino goto e longobardo sono i periodi di maggior popolarità della tecnica "cloisonné".

DOPPIETTA

Un materiale composto da due strati di gemme diverse o uguali uniti da collante colorato per simulare una gemma di grande caratura. L'esempio più classico  è la doppietta di opale o quella di smeraldo su berillo. E' un materiale ingannevole perché la superficie unita rimane nascosta dalla montatura in oro. Usata in gioielli di inizio secolo.

FAIENCE

È il materiale usato prima della comparsa del vetro. Composta da ceramica con corpo di quarzo e rivestimento vetroso era prodotta in Egitto e Asia anteriore come imitazione di lapislazzuli, turchese e altri materiali di pregio.

FIBULA

Spilla lunga usata già nel X-IX secolo a.C. per fermare cappe e mantelli. Spesso lavorata finemente, è il monile che più ricorre tra i reperti tombali risalenti dall'Età del Bronzo, fino agli Etruschi.

FILIGRANA

Tecnica di decorazione in oro molto antica che consiste nel comporre disegni tramite fili d'oro e d'argento, ma anche di bronzo, curvati, torti e intrecciati, saldati su una lastra. I migliori lavori risalgono all'epoca ellenistica, a quella romana e bizantina.

FUSIONE

La fusione è una tecnica che consente il passaggio dallo stato solido allo stato liquido dei metalli che,  posti in crogiuoli in materiale refrattario, vengono sottoposti a temperature molto elevate. Esistono vari metodi di fusione: fusione nell'osso di seppia, nella sabbia, in forno o a cera persa, tutti metodi adottati in epoche e tradizioni diverse. Tramite alcune di queste tecniche è possibile riprodurre perfettamente un oggetto in più esemplari.

GIRANDOLE

Tipico orecchino pendente, al modulo centrale vengono agganciate tre
pietre disegnate in modo da oscillare ad ogni movimento del capo riflettendo così la luce. Moda in voga dalla fine del XVII al XVIII secolo.

GRANULAZIONE

Tecnica di lavorazione dei metalli originaria dell'antica  Grecia e perfezionata dagli Etruschi. Consiste nell'unire tramite speciale saldatura minuscole sfere d'oro una  all'altra su una lastra a formare disegni
figurativi o geometrici. Resta ancora sconosciuta la precisa tecnica degli antichi come anche la composizione degli speciali collanti usati per tenere unite le sferette.

GLITTICA

Tecnica greca di incisione su gemme trasparenti e opache, per 
raffigurare scene sacre, figure e profili di personaggi da montare in oro ad amuleto, ciondolo o anello. Si ritrova spesso applicata in gioielli romani sia repubblicani che imperiali. Nel Rinascimento con il ritorno dello stile antico, la glittica riscopre una nuova stagione. Fiorisce soprattutto in Italia con Firenze, Venezia e Roma. Tra i nomi illustri che diffusero la produzione in tutta Europa ritroviamo Giuliano del Scipione, Giovanni della Corniola, Pietro Scobaldi famoso nel 1532 per aver 
inciso la figura di Ercole su uno smeraldo, impresa straordinaria all'epoca, il milanese Alessandro Mascaro che lavorava alla corte imperiale di Rodolfo II e il veronese Matteo del Nassaro.

INCISIONE

Tecnica che permette di decorare con figure la superficie metallica, in 
uso e diffusa solo a partire dall'800 a.C. dopo l'avvenuta scoperta dell'acciaio.

MARQUISE

Taglio utilizzato per le gemme a forma ovale con le estremità appuntite. Deriva da "marchesa" in onore della marchesa di Pompadour che preferiva gli anelli "a marquise" che coprivano tutta la falange.

PAVE'

Effetto a superficie unica dato da una parti colare tecnica di incastonatura delle gemme che permette di coprire tutta la parte in oro accostando le gemme una all'altra.

ROSETTA

Taglio a rosa dove la gemma ha base piatta e le faccette laterali alla tavola triangolari in numero variabile da 3 a 36.

SBALZO

Tecnica che prevede la lavorazione di una lastra di metallo al rovescio, in negativo. In origine eseguita a mano su pece calda o su una forma di legno intagliato, in seguito ottenuto meccanicamente mediante stampaggio al bilanciere. La cesellatura è invece un procedimento analogo eseguito al dritto, senza però incidere il metallo.

SEVIGNE'

Gioiello dalla particolare forma a fiocco con pendenti a goccia in uso nella seconda metà del XVII secolo. Il nome deriva da Madame de Sévigné.

SMALTO

E' una sostanza simile al vetro usata fin dai tempi degli Egizi, dei Greci 
e Bizantini e diffusa in Europa, India, Cina e Nord Africa, soprattutto nella gioiellieri etnica.  Le tecniche che impiegano lo smalto in gioielleria sono principalmente quattro: (1) lo smalto "cloisonné" che trionfa alla fine del primo millennio a Bisanzio e in Armenia; (2) lo smalto "champlevé", tecnica subentrata al "cloisonné"  nel Medio Evo, meno costosa e meno raffinata che consiste nel ricavare le sedi destinate ad accogliere le paste vitree (smalto in polvere mischiato ad acqua e gomma), direttamente nella lastra che spesso era di rame; (3) lo smalto dipinto, largamente impiegato su gioielli dei secoli XVI e XVII; (4) l'apogeo dell'arte dello smalto rimane l'Art Nouveau, il periodo in cui si applica la nuova tecnica degli smalti "de plique-à-jour", traslucidi con effetto simile a quello delle vetrate.